Quali sono le difficoltà generate alle imprese dall’attuale crisi finanziaria delle banche?
Le difficoltà delle banche ormai non sono più un mistero. Dopo il fallimento di alcune banche americane, anche per qualche intermediario europeo ci sono stati segnali tutt’altro che confortanti e stando a quello che appare, purtroppo, l’epidemia della crisi di liquidità bancaria non sembra essere sulla via della risoluzione. Che cosa sta succedendo? E soprattutto, quali sono i riflessi e gli impatti sul business d’impresa? Qual è l’approccio da adottare nel business per definire una sana distanza da questi eventi destabilizzanti?
1. Che cosa sta succedendo nel sistema finanziario internazionale?
Il fallimento della Silicon Valley Bank è stato uno degli eventi più eclatanti nel dare l’avvio alla crisi finanziaria-di liquidità che ha coinvolto il sistema finanziario internazionale.
La Silicon Valley Bank che per quarant’anni ha rappresentato il punto di riferimento del settore tech, per start-up e venture capital, era la banca dove venivano depositati i propri fondi per lo sviluppo dei business tecnologici dell’omonima area geografica americana.
Anche il settore Tech, come gli altri, da alcuni mesi sta attraversando un periodo di calo anche e soprattutto a causa dell’incremento dei tassi di interesse da parte della FED (Federal Reserve System, ovvero la banca centrale degli Stati Uniti d’America) che ha comportato difficoltà a supportare la propria crescita con il prendere a prestito fondi. Ciò ha determinato quindi una spinta a ottimizzare le giacenze bancarie depositate presso la Silicon Valley Bank, utilizzandole in maniera più frequente e quindi prelevare denaro in maniera sistematica. Di fronte a tali richieste di prelievo, la Silicon Valley Bank ha iniziato ad avvertire le prime difficoltà legate alla scarsa disponibilità (come, in misura adeguata, è normale che sia) di denaro da restituire. Il diffondersi della notizia di queste difficoltà all’interno del sistema imprenditoriale ha generato una corsa al prelievo di moltissime aziende che ha portato a una crisi di liquidità della banca e poi al suo fallimento.
E’ evidente che gli effetti di eventi come questo non riguardano solo l’entità che li ha vissuti, bensì gli effetti si ripercuotono anche in tutto l’ecosistema in cui si trova oltre a destare elementi di spinta alla riflessione su altre banche che avevano già mostrato segnali di gestione poco trasparente come è successo per la seconda banca svizzera, Credit Suisse.
2. Che cosa vuol dire “crisi di liquidità bancaria”?
Per spiegare che cosa significa “crisi di liquidità bancaria” è utile fare un cenno a come funziona l’attività bancaria. L’attività delle banche si basa principalmente due pilastri: – raccolta di denaro dai propri correntisti; – impiego di quello stesso denaro raccolto in diversi modi: concessione di prestiti e mutui ai propri clienti, acquisto di titoli a basso rischio come quelli governativi, altri tipi di impieghi che siano allineati alle linee di rischio che la banca centrale (in Italia la banca d’Italia che a sua volta esegue quanto stabilito dalla banca centrale europea). Attraverso questi due filoni di attività in entrata e in uscita, rendendo tutto molto semplificato, le banche ottengono il loro profitto dalla differenza tra i tassi di interessi attivi (quelli che gli utenti titolare di finanziamenti e mutui corrispondono alla banca) e i tassi di interesse passivi che la banca corrisponde a coloro che depositano fondi o fanno investimenti presso la banca. Considerato questo modello di business, l’ottimale per la banca sarebbe dare a prestito tutti i fondi raccolti; tuttavia, ciò non è assolutamente possibile per due ragioni: 1) chi deposita i propri fondi presso la banca (es. i correntisti di conto corrente) in qualsiasi momento potrebbero decidere di ritirarli quindi è opportuno che la banca abbia sempre delle giacenze di liquidità non investite proprio per fare fronte a queste richieste; 2) le autorità bancarie centrali (nel caso europeo la BCE ovvero la banca centrale europea) impongono di tenere una percentuale minima dei fondi raccolti nella cosiddetta “riserva di liquidità”. Versare quella percentuale di fondi nel fondo di riserva di liquidità è un vincolo che le banche europee non possono prescindere. Nel caso del sistema finanziario statunitense le regole sono meno stringenti comportando una minore tutela per coloro che hanno i propri fondi depositati in banca.
Quindi arriviamo al concetto di crisi di liquidità: quando la banca non riesce a gestire le richieste di prelievo di fondi da parte dei clienti bancari si genera una crisi di liquidità, proprio perché la banca non ha la liquidità per esaudire quelle richieste. Se la crisi di liquidità perdura senza una soluzione, si arriva al fallimento bancario.
3. Perché e come la crisi finanziaria delle banche genera un forte impatto sulla gestione d’impresa?
Quando si creano circostanze come quelle che stiamo vivendo sul mercato in questo periodo storico, ovvero una forte inflazione, una tendenza costante al rialzo dei tassi di interesse e il delinearsi di situazioni bancarie gravose o ad alto rischio, la reazione per “riportare i remi in barca” è quella di stringere le linee di gestione da parte del sistema bancario, quindi essere maggiormente selettivi nei confronti della propria clientela, maggiore difficoltà a concedere nuovi finanziamenti e, per dirlo in una maniera più generale, essere meno disponibili al supporto dello sviluppo e della crescita dei business aziendali. E’ chiaro che questo rappresenta una forte limitazione con cui fare i conti per tutte le aziende.
4. Che cosa si può fare per cautelarsi da tali effetti?
Sulla base della mia esperienza ventennale nella gestione finanziaria d’impresa la crescita del business per essere sana e autoalimentante deve basare le proprie radici sulla crescita organica ovvero curare un business model che sia aderente alle peculiarità del business e allo stesso tempo alle condizioni del mercato.
Talvolta, soprattutto in casi dove il business per stare sul mercato ha bisogno di continue iniezioni di liquidità, si è soliti contare sul supporto finanziario del mercato dato da banche e investitori.
Continuare a tenere quest’ultima linea significa essere consapevoli della porzione di rischio di cui si aggrava il rischio di impresa senza considerare ipotesi di visioni più ampie e, benchè meno comuni soprattutto per le piccole e medie imprese, portatrici di opportunità correlate a una gestione più leggera e sotto controllo in periodi ad alto rischio finanziario come questo.
Ogni business ha le sue caratteristiche e le sue peculiarità, se vuoi comprendere come attuare la tua strategia di gestione del rischio, prenota ora qui sotto la tua call conoscitiva gratuita per avere tutte le info.